Il
17 marzo scorso il GAMS ha vissuto una
giornata di ritiro in preparazione della Pasqua.
E’
stato un giorno un po’ speciale perché
abbiamo ricordato il 20simo anniversario della canonizzazione di Mons.
Conforti. Per questo abbiamo cominciato la giornata con una
preghiera/ringraziamento a Dio Padre per
il dono di San Guido e con la richiesta a lui dell’intercessione per aumentare la nostra fede.
l’incontro, sul tema della croce, è stato tenuto da p. Fabrizio Tosilini rettore della teologia e nostro assistente, con il supporto della proiezione di icone antiche e meno antiche rappresentanti la crocifissione e la lettura di un capitolo del libro “La fede secondo le icone” di T.Spidlik e M.I.Rupnik .
p.
Fabrizio ha introdotto il tema parlandoci in generale dell’importanza e del
ruolo che hanno avuto le icone nella storia della spiritualità cristiana. Opere
d’ arte di autori quasi sempre sconosciuti che per il loro contenuto sono da contemplare per essere trasformati
dentro.
In
breve queste icone di oggi ci dicono che
la
crocifissione è l’evento rivelatore dell’Amore di Dio.
L’amore
del Figlio per il Padre, del Padre per il Figlio e per l’uomo ha portato il
Figlio ad affidarsi nelle mani degli uomini.
Attenzione:
il Figlio non si è consegnato alla morte e nemmeno il Padre lo voleva, ma in
mezzo ci sta la scelta la decisione libera dell’uomo di ucciderlo. Dio si è
fatto cosi piccolo che l’uomo non prova paura di fronte a Lui e così può
rivelarsi in tutta la sua iniquità. Dio tira fuori dall’uomo ciò che è: rivela
l’animo dell’uomo.
Nell'icona che avevamo davanti, Cristo è
nell’atteggiamento di uno che danza. Non ha su di sé alcun segno di sofferenza.
Lo scopo dell’iconografo è quello di non spaventare, ma aiuta chi la guarda a
iniziare la contemplazione del Figlio di Dio.
Come fu per il centurione (nell' icona il centurione è rappresentato con
un panno bianco sulla testa segno che ha un pensiero spirituale) che, alla sua
vista, esclamò: “costui è veramente il Figlio di Dio”
La
Madre di Dio è rappresentata con un atteggiamento dubbioso. Il Figlio e la
Madre si guardano. Lei si turba non riesce a capire un Dio tanto umiliato nella
sua umanità.
Dalla
croce il Verbo di Dio insegna a sua Madre “l’ultimo grado della sapienza cioè
il senso salvifico della sofferenza, del fallimento, della morte”
In
un’altra icona Giuseppe viene presentato anche lui dubbioso, ma il suo dubbio
deriva dal fatto che non riesce a capire la divinità del figlio.
La
speranza della Madre, dei discepoli e dei seguaci era diversa. Cristo dirà ai
discepoli di Emmaus: “Non bisognava che
il Cristo soffrisse?”. Questa è una lettura spirituale della croce. Cristo
rivela che la sofferenza è parte integrante dell’amore. Chi ama primo o poi
soffre. Proprio l’amore può trasfigurare la sofferenza!
Per
l’uomo ferito dal peccato è impossibile
vedere il senso spirituale della sofferenza.
Nella
Quaresima con il digiuno rinunciare a qualcosa a cui i sensi sono abituati, e
nella preghiera, la sofferenza viene penetrata dalla memoria di Dio che si
rivive nel cuore. Il nostro occhio interiore si purifica, guarda la violenza,
la sofferenza della croce senza scandalizzarsi, vede la manifestazione della
Gloria di Dio. Vede Cristo Risorto. Riconosce nella croce la vittoria sulla
morte.
Il
sangue che nell’icona gli Angeli portano via è l’Eucaristia. L’acqua e sangue
del costato , la nuova Gerusalemme che si intravvede sullo sfondo, l’acqua che dal costato irrora il teschio di Adamo,
sono tutti simboli che dicono : si torna alla vita attraverso la
morte.
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