I RACCONTI DI PADRE VIRGINIO SIMONCELLI
AVVENTO 2016
VIGILARE
La Provvidenza
Un prete stava seduto
accanto alla finestra, intento a preparare una predica sulla provvidenza,
quando udì un rumore come di un'esplosione. Subito dopo vide della gente che
correva avanti e indietro in preda al panico e scoprì che aveva ceduto una
diga, il fiume era in piena e si stavano evacuando le persone. Il prete vide
che l'acqua saliva dalla strada sottostante. Fece un po' fatica a soffocare il
panico che lo stava attanagliando, ma si disse: "Sono qui a preparare una
predica sulla Provvidenza ed ecco che mi si presenta l'occasione di mettere in
pratica quello che raccomando agli altri. Non fuggirò, starò qui e confiderò
nella salvezza che mi verrà dalla Provvidenza divina". Quando l'acqua
raggiunse la sua finestra, arrivò una barca carica di persone, "Salti
dentro, padre" gridarono. "No, no, figli miei", replicò il
sacerdote con calma. "Confido nella provvidenza di Dio che mi
salverà". Il padre tuttavia salì sul tetto e, quando l'acqua arrivò fin
lassù, passò un'altra barca carica di persone, le quali incoraggiarono il prete
a salire. Ma egli rifiutò di nuovo. Alla fine dovette arrampicarsi in cima al
campanile. Quando l'acqua gli arrivò alle ginocchia e gli mandarono un
poliziotto a salvar!o in una lancia a motore; "No grazie, agente",
egli esclamò con un sorriso tranquillo. "Ho fiducia in Dio, capisce? Lui
non mi abbandonerà". Quando il prete annegò e andò in paradiso, la prima
cosa che fece fu di lamentarsi con Dio: "Ml sono fidato di te! Perché non
hai fatto niente per salvarmi?" {(Adire il vero", rispose Dio,
"tl ho mandato ben tre barche!"
PREPARARSI
LO ZUCCHERO
Mancavano S minuti alle
16. Trenta bambini, tutti della Sa elementare, quel pomeriggio, erano
eccezionalmente irrequieti, agitati, emozionati, chiassosi, rumorosi. Alle ore
16 in punto arrivo la maestra per iniziare l'esame scritto di religione.
Immediatamente un
silenzio generale piombo nella sala dove erano seduti i bambini in attesa delle
domande.
1° domanda: "Chi mi
sa dire con parole sue chi è Dio?", comincio a dettare la maestra;
2° domanda: "Come
fate a sapere che Dio esiste, se nessuno l'ha mai visto?".
Dopo 20 minuti, tutti
avevano consegnate le risposte.
La maestra lesse ad una ad una le prime 29; erano più o meno ripetizione di
parole dette e ascoltate molte volte: "Dio è nostro Padre, ha fatto la
terra, il mare e tutto ciò che esiste"
Le risposte erano esatte, per cui si erano guadagnati
la promozione.
Poi chiamo Ernestino, un
piccolo vispo bambino biondo, lo fece avvicinare al suo tavolo e gli consegno
il suo foglietto, dicendogli di leggerlo ad alta voce davanti a tutti i suoi
compagni. Ernestino, temendo una pesante umiliazione davanti a tutta la classe,
con la conseguente bocciatura, comincio a piangere. La maestra lo rassicuro e
lo incoraggio. Singhiozzando Ernestino lesse:
"Dio è come lo
zucchero che la mamma ogni mattina scioglie nel latte per prepararmi la
colazione. lo non vedo lo zucchero nella tazza, ma se la mamma non lo mette, ne
sento subito la mancanza. Ecco, Dio è così, anche se non lo vediamo.
Se lui non c'è la nostra vita è amara, è senza gusto". Un applauso forte
riempì l'aula e la maestra ringrazio Ernestino per la risposta COSI originale,
semplice e vera. Poi completo: "Vedete bambini, ciò che ci fa saggi non è
il sapere molte cose, ma l'essere convinti che Dio fa parte della nostra
vita".
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NON DIMENTICARE
DI METTEREQUESTO “ZUCCHERO" NELLATUA
VITA
GIOIRE
La cesta d'acqua
C'era un ragazzo che
viveva con suo nonno in una fattoria. Ogni mattina il nonno, che era cristiano,
si alzava presto e dedicava del tempo a leggere le Scritture. Il nipote cercava
di imitarlo in qualche modo, ma un giorno chiese:
"Nonno, io cerco di
leggere la Bibbia ma anche le poche volte che riesco a capirci qualcosa, la
dimentico quasi subito. Allora a cosa serve? Tanto vale che non la legga
più!" .
.
Il nonno terminò
tranquillamente di mettere nella stufa il carbone che stava in una cesta, poi
disse al nipote: "Vai al fiume, e portami una cesta d'acqua".
Il ragazzo andò, ma
ovviamente quando tornò non era rimasta acqua nella cesta.
Il nonno ridacchiò e
disse "Beh, devi essere un po' più rapido. Dai, muoviti, torna al fiume e
prendi l'acqua". Anche questo secondo tentativo, naturalmente, fallì. Il
nipote, senza fiato, disse che era una cosa impossibile, e si mise a cercare un
secchio. Ma il nonno insistette: "Non ti ho chiesto un secchio d'acqua, ma
una cesta d'acqua. Torna al fiume".
A quel punto il giovane
sapeva che non ce l'avrebbe fatta, ma andò ugualmente per dimostrare al vecchio
che era inutile, per quanto fosse svelto l'acqua filtrava dai buchi della
cesta. Così tornò al fiume e portò la cesta vuota al nonno, dicendo:
"Vedi? Non serve a niente!" "Sei sicuro? - disse il nonno -
Guarda un po' la cesta".
Il ragazzo guardò: la
cesta, che prima era tutta nera di carbone, adesso era perfettamente pulita!
"Figlio, questo è
ciò che succede quando leggi la Bibbia. Non capirai tutto, né ricorderai sempre
ciò che hai letto, ma quando la leggi ti cambierà dall'interno. Dio lavora così
nella nostra vita, ci raffina interiormente e a poco a poco ci trasforma perchè
possiamo assomigliargli."
RICONOSCERE
DIO E' NELMIO CUORE.
"Quando aprirà il mio cuore, troverà Gesù!" .....
"Domani mattina
aprirò il tuo cuore", spiegava il chirurgo ad un bambino.
Ed il bambino lo interruppe: "Vi
troverà Gesù dentro!" Il chirurgo rimase perplesso, e continuò:
"Taglierò una parete del tuo cuore per vedere il danno completo".
"Ma quando aprirà il mio cuore, troverà Gesù!",
interruppe di nuovo il bambino.
Il chirurgo allora si voltò verso i genitori che erano seduti lì vicino, e
continuò: "Quando avrò visto tutto il danno, allora deciderò cosa
fare".
"Ma troverà Gesù
nel mio cuore! La bibbia dice chiaramente che vive lì.
Tutti i canti dicono che vive lì...
perciò, troverà Gesù nel mio cuore!"
Il chirurgo pensò che giusto non illudere quel bambino, di essere chiari
con lui e gli spiegò: "Sai cosa troverò nel tuo cuore? Troverò un muscolo
malato, pochi globuli rossi, e le pareti dei vasi sanguigni indeboliti. Allora
mi renderò conto se possiamo aiutarti o meno".
"Ma troverà anche
Gesù! Il cuore è la sua casa, Lui vive lì, sta sempre con
me!" Il chirurgo non tollerò più gli insistenti commenti, ed andò via. Si
sedette nel suo ufficio e cominciò a scrivere la diagnosi prima
dell'intervento: “Aorta malata, vena polmonare deteriorata, degenerazione
muscolare cardiaca massiccia. Trapianto impossibile, difficilmente guaribile.
La terapia da seguire: analgesici e riposo assoluto. Prognosi: morte nel giro
di un anno.”
A quel punto il chirurgo
gridò ad alta voce: "Perché, perché gli hai fatto questo? Prima lo hai
fatto nascere, e poi lo hai condannato ad una morte precoce. Perché?" All'improvviso
sentì come una voce dentro di sé che gli diceva: "Quel bambino è una
mia pecorella, e starà con me per tutta l'eternità. Qui nel cielo, nel mio
gregge sacro, non soffrirà più nessun dolore, sarà confortato in una maniera
che né tu né chiunque altri può immaginare. Un giorno i suoi genitori si
uniranno a lui, e insieme conosceranno la pace e l'armonia del mio regno. E'
tempo che ritorni al suo gregge, perché ha già portato a termine il suo compito
sulla terra. Alcuni anni fa avevo una pecorella a cui affidai dei doni affinché
aiutasse i suoi fratelli; però, col tempo se ne dimenticò e si dimenticò anche
del suo creatore". A quel punto il chirurgo capì, e cominciò a piangere
terribilmente, mentre il Signore gli continuava a parlare: "Cosicché, ho
inviato questo bambino, affinchè riconducesse a me quella pecorella
smarrita". Alcuni giorni dopo l'intervento, il dottore si sedette accanto
al bambino. Il piccolo, non ancora in grado di parlare, mormorò rapidamente: "Allora,
ha trovato Gesù nel mio cuore?" "Si", rispose il
chirurgo "avevi ragione: l'ho trovato!".
"Gesù disse: "In verità vi
dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno
dei cieli". (Matteo 18:3)
"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" V. (Matteo 5:8)
Un Sant'uomo ebbe un
giorno da conversare con Dio e gli chiese : «Signore, mi piacerebbe sapere come
sono il Paradiso e l'Inferno» Dio condusse il sant'uomo verso due porte. Ne
aprì una e gli permise di guardare all'interno. C'era una grandissima tavola
rotonda. AI centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente
cibo dal profumo delizioso. Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca. Le
persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato.
Avevano tutti l'aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi,
attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e
raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro
braccio non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant'uomo tremò alla
vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: "Hai appena
visto l'Inferno". Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta. Dio
l'aprì. La scena che l'uomo vide era identica alla precedente. C'era la grande
tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina. Le persone
intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa
volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra loro sorridendo. Il
sant'uomo disse a Dio: «Non capisco!» - E' semplice, - rispose Dio, - essi
hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di
nutrire se' stessi...ma permette di nutrire il proprio vicino. Percio' hanno
imparato a nutrirsi gli uni con gli altri! Quelli dell'altra, invece, non
pensano che a se stessi.. Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura ...La
differenza la portiamo dentro di noi!!! Mi permetto di aggiungere un pensiero
non mio: "Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma
non per soddisfare l'ingordigia di pochi.
I nostri pensieri, per
quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono
trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel
mondo".
Mahatma Gandhi