CORRISPONDENZA CON IL GAMS
il 24 gennaio 2019
padre CARLO SALVADORI
Ci scrive da Salerno
Salerno, 24 gennaio 2019
Ciao a tutti, amici della
missione.
Mi trovo a Salerno dal 15 ottobre
2018 e grazie a Dio sto bene.
Nella comunità saveriana
siamo in 9 di cui 4 confratelli ultraottantenni, 3 intorno ai 60 e due con meno
di 40 anni.
Salerno è una città portuale
molto antica, incastonata in un golfo (vicina alla costiera Amalfitana). La
mattina dal castello di Arechi si può ammirare un'alba spettacolare, mentre
alle spalle si ha una catena montuosa con diverse valli.
Come sapete in Campania il cibo è
favoloso, la gente accogliente. Sui mezzi pubblici la gente fa a gara per
indicarti qual è la fermata giusta.
Per quanto riguarda il nostro
lavoro, qui non ci sono solo i Saveriani ma anche le suore (con le quali non
lavoriamo molto) e i laici. Questi ultimi sono molto attivi ed insieme a loro:
1.Accogliamo una ventina di senza
fissa dimora (in casa nostra)
2.Organizziamo la festa dei
popoli:
un gruppo interculturale e
interreligioso che si trova regolarmente e col quale facciamo una festa al mese
di giugno, in piazza.
3. Facciamo l'animazione giovanile.
Andiamo in diverse scuole dove incontriamo centinaia di ragazzi parlando di
missione e di intercultura.
Tra le persone che voglio
ricordare quest'oggi, il caro Mutala Oufrid 54 anni, marocchino-berbero,
è in Italia da una ventina di anni.
Prima lavora come contadino nelle
piane del Cilento e poi a causa di un incidente perde il lavoro e si getta
inesorabilmente nell'alcool.
Dopo 10 anni di alcolismo e
diversi incidenti al mese di novembre è a terra. Dorme al parco del Mercatello.
Viene recuperato dai nostri volontari, accolto prima nel nostro dormitorio, poi
a “casa Crescenzio” a Napoli ove si trova attualmente.
Perché vi parlo di lui?
Perché l'altro giorno mio
fratello Flavio mi ha scritto: “É un momento in cui è difficilissimo capire
a cosa credere. Serve un po' di verità”.
Nel tema migrazioni la
verità è il volto dell'altro, punto. Non chiederti: di che colore è? Porta
malattie? Se sì quali? Cosa viene a fare qui? È spacciatore? È prostituta?
Dicono i padri orientali, il
corpo è il piedistallo del volto e il volto è la cornice degli occhi. Ciò che
conta sono gli occhi. Dice il vangelo: “La lucerna del corpo è l'occhio; se
dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce” Mt 6,22.
Per risolvere il problema delle
migrazioni non c'è metodo migliore che cercare il volto dell'altro, specchiarsi
nei suoi occhi, leggere Dio nei suoi occhi.
Qui è in gioco è l'umanità.
Dice Dio: “non posso
sopportare delitto e solennità” Isaia 1,13.
Care amiche e amici della
missione, missione è ovunque. Concludo con le parole consolanti di s. Francesco
di Assisi: “Signore fa di me uno strumento della tua pace, dove c'è odio ch'io
porti l'amore”.
Solo l’amore salva, il resto è
fumo.
Buon anno a tutti.
Fraternamente.
Carlo sx
--
Posta un commento