PICCOLE GOCCE DI MISSIONE
PER CONTENUTI
SETTEMBRE OTTOBRE 2016
ANNIVERSARIO E RIPARTENZA
p.Renzo Larcher italiano in Camerun - Bafoussam
Il 3
ottobre ricorre il 50°esatto della mia professione Religiosa nella famiglia
saveriana.
I
miss. Saveriani mi hanno accolto e sostenuto in questo cammino con le mie
risorse e i miei limiti.
Per
due ragioni in particolare sono loro riconoscente:
- per
aver potuto mettere a frutto la mia competenza biblica e
- per la grazia della
partenza.
Ora
sono contento della possibilità che mi è offerta di un nuovo servizio alla missione nonostante i settanta anni suonati.
Sento
il bisogno di condividere con voi questo anniversario non per richiamare
l’attenzione sulla mia persona, che conta poco, ma per coinvolgere tanti
nell’azione di grazie al Dio della vita per il dono della chiamata alla
missione. Non mi sono mai pentito della scelta fatta, del passo intrapreso. Non
ho mai dubitato della verità della sua chiamata e della bellezza del servizio
alla causa del vangelo nel mondo.
MALATTIA : LA MALARIA
p. Andrea
Facchetti italiano in Mozambico - Chemba
A
giugno la mia vita ha compiuto 37 anni, gli ultimi 4 vissuti in Africa. I
capelli si fanno sempre più diradati nella parte centrale della testa, mentre
ai lati compaiono i primi di colore bianco. Anche tra la barba. Quando non la
rado per alcuni giorni, si notano i primi peli incanutiti.
Nella
testa, assieme ai capelli diradati, sono rimasti per un buon tempo anche i pensieri
che stanno qui sotto. Poi, un pomeriggio con la testa pesante per la seconda
malaria in pochi mesi, mi sono levato dal letto e ho levato i pensieri dalla
testa.
Perché,
sì è vero che la malattia ti sfianca orizzontale per alcuni giorni con dolori
in tutte le giunture del corpo , ti pervade un senso di spossatezza e malessere
che, come conseguenza, non ti dà la voglia di fare assolutamente nulla.
Trasforma per alcuni momenti il tuo cervello in campo di bombardamento e
produce una distorsione della temperatura percepita per la quale 40 gradi
appaiono come fossero freddo polare. Però la malaria ha anche qualche merito.
Quando la vita attorno è vortice che
corre, esercita il potere magico di sospendere il principio elementare ed
immutabile del fluire del tempo. Dilatato e reso innocuo il tempo, la malaria
esercita successivamente il suo secondo potere sacro. Quello di fare scivolare I pensieri fuori dalla testa e dare loro la forma delle parole.
Da
quando sono a Chemba il ritmo della mia vita ha subito una notevole e felice accelerata.
Fino ad ora la malaria è l’unica forza capace di rallentarlo. Cosicché anche le
mie lettere hanno preso la cadenza ritmata dalle malarie, appunto.
Tra
una malaria e l’altra sono volate zanzare ed è anche volata la vita..Questa è
stata la più forte di tutte . La cura abituale prevede tre giorni di cura.
Terminata quella il parassita è debellato. In alcuni casi può succedere che
invece la malaria sia più forte e terminata la cura i sintomi continuino. Come
è successo questa volta
ECONOMIA
p. Gianni Magnaguagno italiano in Congo - Bukavo
Dopo
il Capitolo sono ritornato a Ngene-Kasongo, sapendo che avrei dovuto lasciarla
per ritornare a lavorare a Bukavu, nostra sede regionale del Congo, come
economo della regione, Mi dispiaceva soprattutto perché avevo già lanciato il
progetto della costruzione del complesso scolastico Saint Joseph.
Quindi
venuto a Bukavu ho preso contatto con la nuova realtà della gestione economica.
Da
parte mia alla domenica mi sto inserendo nella cappellania fondata a suo tempo
dal nostro padre Milani.
Durante
la settimana vado a celebrare la messa nei vari conventi qui attorno.
Nel
frattempo il responsabile di una comunità di base della parrocchia di Cahi mi
ha espresso il desiderio suo e dei parrocchiani di costruire una scuola
primaria per i bambini del quartiere accessibile a tutti affinché possano
studiare sul posto senza attraversare le
arterie trafficate e pericolose della città. Quest’anno avranno quattro aule, due prime e due seconde. Poi le costruzioni continueranno col tempo in progressione.
ANIMAZIONE MISSIONARIA
Serge Camerunese dall’Italia in Camerun - Douala
Alcuni
amici mi hanno chiesto di continuare a renderli partecipi della missione dove
mi troverò. E avevamo convenuto di farlo con una foto al mese. Dopo 2 mesi
trascorsi in Camerun, dopo essermi sistemato, inizio questo che vuole essere un
racconto fatto senza troppo parole, una condivisione, ma soprattutto uno scambio
con chi ho conosciuto in questi anni. Le immagini sono due
La
prima è quella fatta a due ragazzi che si sono incontrati quest’estate qui in
Camerun, uno del gruppo Missio di Parma e l’altro del Camerun. Per me è come un
passaggio e anche la conferma di una doppia appartenenza.
La seconda è uno
squarcio su Douala, città di circa 4 milioni di abitanti dove sono stato ora
chiamato per annunciare il Vangelo. Mi hanno detto dal primo momento del mio
arrivo che la gente ha bisogno di qualcuno che dia disponibilità per l’ascolto.
I giovani più di tutti. E mi sembra di poter dire un po’ anticipatamente che
hanno qualcosa in comune con i giovani del’Italia e di qualche altro paese del
mondo: sono in ricerca! Di fatti al mio arrivo in questa stessa casa, ho
incontrato un gruppo di giovani italiani (gruppo missio di Parma) venuti a fare
una esperienza missionaria di 2 settimane che consisteva maggiormente nel
condividere l’esperienza di annuncio di un altro gruppo di giovani camerunesi
legati alla casa dei missionari saveriani qui a Douala. Sono tutti in ricerca e
già questo mi ha fatto comprendere come il Signore precede.
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